29 marzo 2006

E' nella minimalista solitudine zen di MacDonald's che stasera ho elaborato una nuova teoria che chiamerò "teoria stracca"...dal latino "stracchinum teoris"...o giù di lì...
La "teoria stracca" riguarda il lavoro.
Il lavoro è cosa assai pesante ma purtroppo necessaria, in quanto portatore di sostentamento.
Se potessi esprimere dei desideri per migliorare il mio rapporto astio/odio col lavoro, per renderlo parte integrante e non ostile della mia vita, sarebbero principalmente questi 2:
1. fare un lavoro che mi piace
2. fare un lavoro che mi piace potendo scegliere quando e quanto esercitarlo

Ed ecco che però il lavoro assumerebbe un' altra dimensione...fare una cosa che ci piace e quando ci piace si chiama hobby!
L'hobby non è un lavoro.
Di hobby non si campa.
Es. Negozio di decupage => La ragazza che ci lavora ha l'hobby del decupage, ma il suo è un lavoro perchè ha dei doveri. E degli obblighi. E degli orari.
Es. Un pittore => Il pittore ha l'hobby della pittura, ma il suo è un lavoro perchè ha un committente e dipinge anche cose che non gli vanno poi tanto di fare.

Perciò, cosa porta una persona a pagarci per il nostro hobby?
Non la merce (quadro o tolletta con carta di riso) che ci portiamo a casa, bensì l'insofferenza e il rompimento di palle che fanno del nostro hobby un lavoro.
Questa geniale deduzione è la "teoria stracca"!..E' proprio vero..."succede solo da MecDonald's!"

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